Articoli

17 gen
Pasquale Amato _ Premio Nosside _ Visualizzazioni: 512842

Pasquale Amato: LA PLURALITÀ LINGUISTICA È UN PATRIMONIO PREZIOSO CHE IL PIANETA TERRA DEVE SALVAGUARDARE

Pasquale Amato: LA PLURALITÀ LINGUISTICA È UN PATRIMONIO PREZIOSO CHE IL PIANETA TERRA DEVE SALVAGUARDARE

Intendo focalizzare l’attenzione su un tema che il processo di globalizzazione ha reso di grande attualità. Per un paradosso della storia il rapporto tra lingue nazionali ufficiali e lingue locali è stato capovolto a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale. Ancora negli Anni Cinquanta nel processo di formazione scolastica il tema dominante era stato quello di imporre la lingua nazionale sia attraverso la scuola che mediante tanti corsi serali contro l’analfabetismo (inteso come recupero della non conoscenza della lingua ufficiale rispetto alla prevalenza, specialmente nelle periferie dell’uso dei dialetti e delle Lingue locali).

L’avvento della televisione fu determinante per la diffusione della lingua ufficiale nazionale e l’abbandono graduale, soprattutto da parte delle nuove generazioni, dell’uso dei dialetti e delle lingue Minoritarie. L’affermazione del processo di globalizzazione dell’economia, di pari passo con la rivoluzione informatica, ha generato una società del pensiero unico ma anche della lingua unica. Motivo per cui si è verificata una veloce emarginazione che ha toccato per prime le fasce più deboli, con il conseguente fenomeno dell’isolamento delle comunità che da sempre avevano vissuto utilizzando lingue e dialetti in aree ristrette. Ne è conseguita l’estinzione graduale in primo luogo delle lingue non scritte.

Delle crescenti preoccupazioni della perdita definitiva di questo patrimonio storico e culturale dell’umanità si è fatta interprete l’Unesco, che ha dato vita a diverse iniziative per fermare questo fenomeno che ha gli stessi effetti devastanti del disastro ambientale.

“Le lingue madri, in un approccio multilinguistico, sono fattori essenziali per la qualità dell’istruzione, che è alla base dell’emancipazione di donne e uomini e delle società in cui vivono… Ogni aspirazione ad una vita migliore, ogni aspirazione allo sviluppo si esprime in una lingua, con parole precise per farla vivere e trasmetterla. Le lingue sono ciò che noi siamo, proteggerle significa proteggere noi stessi”, ha dichiarato Irina Bokova, Direttore Generale dell’UNESCO.

Secondo una ricerca internazionale condotta da un’equipe di studiosi sotto l’egida dell’UNESCO, ogni 14 giorni muore nel mondo una lingua. Verso la metà di questo secolo la metà delle 7.000 lingue parlate oggi potrebbero scomparire.

Le lingue sono il prodotto di millenni di osservazione e di organizzazione delle informazioni. Ogni lingua ha infinite possibilità espressive e ha un bagaglio di conoscenze straordinarie. Essendo la maggioranza delle lingue non scritte, per ogni lingua che si estingue si cancellano tutte le idee, i pensieri e le tecnologie che contengono. Pertanto ogni lingua estinta non rappresenta soltanto una perdita per le persone che la parlavano. Diviene una privazione per l’intera umanità.  Perché si perde per sempre una parte del più grande giacimento di conoscenza umana mai esistito.

La pressione della globalizzazione negativa tende a imporre ovunque un pensiero unico e l’uso di una lingua unica, riducendo così la grande varietà di tanti universi di pensiero. Occorre contrapporre a questa tendenza dominante iniziative che salvaguardino l’uso dei dialetti e delle lingue minoritarie non in contrapposizione ma puntando sul bilinguismo Lingua nazionale-lingua locale di cui recenti studi hanno dimostrato effetti di notevole arricchimento intellettivo. 

Il Premio Mondiale di Poesia Nosside sin dalla sua fondazione a Reggio Calabria nel 1983 – ha cercato di dare il suo contributo alla difesa delle Lingue Locali e minoritarie e alla loro salvaguardia dal rischio di estinzione. Un contributo indirizzato verso il bilinguismo e indirizzato a superare le stesse barriere che spesso le comunità minoritarie erigono, isolandosi ciascuna nel proprio ambito e rendendo ancora più debole la loro voglia di sopravvivenza

Pertanto è in sintonia con l’ONU e con l’UNESCO su questo difficile fronte. La stessa ispirazione iniziale del Progetto intitolato alla poetessa magnogreca Nosside di Locri è nata dallo stesso territorio delle Calabrie, dove permangono tre Minoranze Linguistiche (quella grecanica nella Città Metropolitana di Reggio, quella arbereshe tra Sila e Pollino e quella occitanica di Guardia Piemontese nell‘alto Tirreno) e una miriade di Dialetti differenti sino alla Lingua reggina che ha molti elementi in comune con quella messinese sulle rive dello Stretto di Scilla e Cariddi.

Da quell’iniziale apertura il Nosside ha esteso i suoi confini dapprima alle Lingue locali e minoritarie d’Italia, poi d’Europa e infine del mondo. E’ arrivato così, nel giro di pochi anni, ad assumere l’identità che lo caratterizza tuttora come unico Premio per poesia inedita Globale, senza confini di Lingue e Dialetti e di modi di comunicazione (scritta, in musica e in video). Non è stato un caso che abbia ottenuto il riconoscimento dell’UNESCO per aver premiato e valorizzato opere poetiche che vanno dall’Aspromonte alle Ande e all’Himalaya, dal Mediterraneo ai Caraibi, da tante lingue tribali dell’Africa a quelle degli aborigeni di Australia e Nuova Zelanda, dalla lingua dei Mapuche del Cile a quella delle steppe della Mongolia. Nel corso di 38 Edizioni il Nosside ha raggiunto e valorizzato le voci poetiche di 106 Stati del mondo in quasi 160 lingue, dalle più diffuse a quelle a rischio di estinzione.

Il Progetto Nosside ha fatto quindi della salvaguardia della pluralità linguistica del pianeta la sua principale idea-forza. Ha testimoniato con coerenza, perseveranza e  sempre più ampia propagazione quanto sia intelligente e positivo l’incontro alla pari tra le diverse lingue e quanto le lingue più diffuse siano debitrici agli universi concettuali delle lingue meno diffuse. Grandi lingue che si sono imposte quasi sempre per effetto di conquiste molto sanguinose.

Il Nosside non ha comunque escluso dal suo seno le lingue più diffuse riconoscendo anche ad esse il diritto di partecipazione. Ha deciso piuttosto di usarle come cavalli di Troia per consentire alle lingue dei popoli nativi e alle minoranze di uscire dalla ghettizzazione per globalizzare la conoscenza dei tesori di cultura e comunicazione che rappresentano. Il Nosside ha insomma messo in pratica una globalizzazione alternativa a quella del pensiero unico e della lingua unica. Una globalizzazione positiva che tende a esaltare, salvaguardare e valorizzare la diversità linguistica nel pianeta Terra.  

 *Storico e Docente Universitario - Presidente Fondatore del Premio Mondiale di Poesia Nosside


Tag: lingue a rischio di estinzione, plurilinguismo, premio nosside onu e unesco per la pluralità linguistica